Da un’idea di Massimo Libero Michieletto
Regia Massimo Libero Michieletto e Co-Regia Samuele Schiavo
D.o.p. e Editing Samuele Schiavo
Una lente d’ingrandimento sul rapporto fra il disagio e la cura della mente. Attraverso le testimonianze e i racconti di 3 donne che vivono la loro quotidianità tra il “dentro” (i dipartimenti di psichiatria di alcuni ospedali della provincia di Treviso) e il “fuori” (la società esterna con la sua ostentata efficienza), il docufilm focalizza lo sguardo su quanto ci sia di apparentemente normale o anormale in entrambi i contesti.
Pandemia di Covid-19 a parte, i Media da qualche anno a questa parte parlano molto di salute, di benessere fisico, di quanto la scienza e la tecnologia abbiano fatto passi da gigante e gli ospedali abbiano introdotto nuove terapie e cure con notevoli risultati. La salute mentale invece viene spesso considerata un labirinto senza uscita. Uno stigma sociale.
Le protagoniste del film/documentario hanno vissuto e continuano a vivere le loro fragilità in quella
“terra di mezzo” che è rappresentata dallo spazio (fisico e psicologico) tra le strutture ospedaliere, i
dipartimenti di psichiatria, le comunità dove vivono o lavorano, e il mondo “di fuori”, la società che
le accoglie o vorrebbe accoglierle. Sono donne di fatto libere, ma indotte a seguire uno stile di vita
regolato, strutturato, che le dovrebbe abituare al loro ingresso a una vita e a una società “normale”.
Le terapie farmacologiche, i colloqui con gli psicologi, non sempre permettono di stringere un
rapporto autentico e risolutivo con gli altri e con loro stesse.
Il rapporto delle protagoniste con il mondo esterno è sempre complicato. Hanno paura di quel
mondo fatto di norme e convenzioni e si smarriscono nel loro mondo interiore.
Gli antagonisti però sono visti anche come alleati. I medici, gli psicologi, gli operatori, le educatrici
forniscono quotidianamente il loro impegno per trovare una via d’uscita attraverso un modus
operandi rigoroso e in continua evoluzione e perfezionamento che corre, allo stesso tempo, il rischio
di impedire di far emergere, e finalmente far esprimere, ciò che sembra essere l’unica strada
possibile per vincere tutti i disagi e le paure: i propri desideri.
Una sorta di spreco di tempo, un inutile tentativo di riabilitare le persone con difficoltà a integrarsi pienamente nella società. Ma se è vero che è la società in particolari situazioni ad essere “malata”… chi può essere considerato davvero malato? La malattia è una sorta di ribellione ad un modello di vita, a regole più serrate che uccidono i nostri desideri? I desideri sono il motore della vita.
Questo documentario vuole fare luce su questi temi.
Da un’idea di Massimo Libero Michieletto. Con la regia di Massimo Libero Michieletto e Samuele Schiavo.
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